Con questo articolo vi proponiamo alcuni cenni storici relativi alla vita di emeriti scienziati il cui acume e spirito innovativo per i tempi, condussero a scoperte che fondano a tutt’oggi la nostra professione di operatori bioenergetici.
Georges Lakhovsky nacque nel 1870 a Illia, in Russia, si laureò in Ingegneria nel 1894: recatosi a Parigi per perfezionare gli studi universitari, non rientrò più in patria e visse in Francia sino alla morte.
Nel 1929, pubblicó “Il Segreto della Vita”, nel quale sosteneva che “la vita è una questione di onde elettromagnetiche”.
La sua “Teoria dell’oscillazione cellulare” che si basava su una serie di prove sperimentali realizzate nell’ambito di istituzioni ufficiali, gli fruttó nel 1939, il Premio Internazionale di Medicina.
Georges Lakhovsky (1869 – 1942) individuò la correlazione dell’irraggiamento cosmo-tellurico con l’insorgenza di infinite patologie degenerative. In oltre 50 anni di studi e ricerche, Georges Lakhovsky produsse infinite testimonianze scientifiche sulle degenerazioni cellulari provocate dall’irraggiamento geopatico.
I suoi circuiti oscillanti aperti resero possibile ristabilire le armoniche vibrazionali che consentivano alle cellule, in via di degenerazione, di riequilibrarsi e quindi guarire. Questo grande ricercatore, grazie al suo lavoro, ottenne straordinarie guarigioni su soggetti che la classe medica del tempo aveva diagnosticato inguaribili.
Nel 1936, Gustav Stromberg, astronomo all’osservatorio di Mont Wilson e professore di biologia al Carnegie Institute (USA), dichiaró che gli esseri viventi emanano un campo elettromagnetico che sparisce con il loro decesso
Nel 1940-45, Harold Saxon Burr, professore di medicina alla Facoltà di Yale (USA), ricordato per la sua “Teoria elettrodinamica della vita” del 1935, scrisse: ”La maggior parte dei meccanismi viventi sono accompagnati da fenomeni elettromagnetici, ma io non posso definire le relazioni che legano gli uni agli altri”.
In “blueprint immortality”, scrisse: “l’universo in cui ci troviamo e da cui non possiamo essere separati é un luogo di legge e di ordine….é organizzato e gestito da un campo elettrodinamico in grado di determinare la posizione ed il movimento di tutte le particelle cariche”.
Verso gli anni 1950-52, H. Frölich, professore di fisica a Liverpool (G.B.), premio Nobel, sosteneva che le cellule viventi emettono dei campi elettromagnetici le cui frequenze si collocano nella zona delle micro-onde (gigahertz). Frolich non andó oltre, però, introdusse, nelle sue ipotesi di lavoro, la nozione di cooperazione inter-cellulare lasciando cosí intendere che “le cellule sembrano parlarsi tra loro…..”.
Tra il 1960 e 1978, A. Pilla, fisico dell’università di Columbia (USA) scoprí il “linguaggio” delle cellule ossee. Sotto l’influenza di specifici campi di frequenze, le cellule ossee che non formavano più calcio, ricominciarono bruscamente a fabbricarlo. Egli pubblicó i suoi studi e ottienne il premio Franki. I suoi risultati corrispondono all’85% dei successi sulle pseudo artrosi.
Più recentemente, F.A. Popp, biofisico all’Università di Kaiserslautern (Germania), fu un altro convinto assertore del “linguaggio cellulare” ovvero che le cellule emettono fotoni che ne caratterizzano lo stato fisiologico.
Queste emissioni, secondo Popp, si verificano secondo le regole fisiche dei sistemi laser (coerenza). I suoi studi permisero d’identificare stati cancerosi precoci oppure di controllare l’attività di rimedi omeopatici su alcune colture di cellule.
Nel 1978, Ilya Prigogine ricevette il premio Nobel per i suoi studi in chimica-fisica concernenti le “strutture dissipative”.
Il merito di Prigogine fu quello di portare l’attenzione degli scienziati verso il legame tra ordine e dissipazione dell’energia, discostando lo sguardo dalle situazioni statiche e di equilibrio generalmente studiate fino ad allora, e contribuendo in maniera fondamentale alla nascita di quella che oggi viene chiamata epistemologia della complessità.
In natura i sistemi isolati sono solo un’astrazione o casi particolari, mentre la regola è quella di sistemi aperti che scambiano energia con i sistemi limitrofi e grazie a questo sono in costante evoluzione.
Le strutture dissipative sono semplicemente strutture capaci di trasmettersi a poco a poco. Per esempio, un sistema cristallino particolare , apparendo in un blocco di metallo può, in talune circostanze, trasmettere la sua “organizzazione cristallina” a tutto il blocco di metallo. Questa é una struttura “dissipativa”.
Nel libro di Théodor Schwenk, “Il Caos sensibile”, si mostra come la forma di una conchiglia di lumaca di mare (littorina) possa modularsi col susseguirsi delle età mediante il movimento turbinoso dell’acqua e trasmettere la sua forma nella sua eredità : questa è l’espressione stessa di una struttura dissipativa.
Nella scienza moderna, questi concetti che, un tempo, erano considerati filosofici, trovano la loro espressione in equazioni matematiche reali su modelli scientifici, vale a dire riproducibili e dimostrabili.
Tratto da “Le cellule comunicano tra loro” di Renè Naccachian.
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